Insieme alla Prof.ssa Sciomachen a LN vi presentiamo il corso di laurea in economia marittima: l’unico in italia
La nautica ed il settore marittimo italiano hanno sempre avuto ottimi esempi di eccellenza e di alta qualità. Un caso, forse poco noto ai più, è rappresentato dal corso di laurea in economia marittima e dei trasporti dell’Università di Genova, una vera eccellenza nautica in Italia. Insieme alla Prof.ssa Anna Sciomachen, coordinatrice didattica del corso di laurea, andiamo a scoprire l’interessante singolarità di questi studi, parlando anche di formazione e di economia marittima in generale.
Buona Lettura
LN – Il corso di laurea in economia marittima e dei trasporti rappresenta un unicum nel panorama italiano, può parlarci delle caratteristiche e della “storia” di questo percorso di studi?
A.S. – Il Dipartimento di Economia dell’Università degli Studi di Genova è l’unico in Italia ad offrire un corso di laurea magistrale in “economia e management marittimo portuale”, orientato alle professioni del mare e sul mare. Questo corso è in continuità con un corso di laurea triennale in “Economia delle aziende marittime, dei trasporti e della logistica”, che ha i primi 3 semestri in comune con gli altri corsi di laurea triennale di classe aziendale del dipartimento, per poi specializzarsi sulle imprese logistiche e di trasporti. Una delle caratteristiche principali di questo percorso di studi è una visione a 360° sul mondo marittimo portuale, affrontandone i vari aspetti da un punto di vista economico, aziendale, giuridico e quantitativo. Altro aspetto caratterizzante è il fatto che la netta maggioranza dei docenti che insegnano in questo corso di laurea sono “attori protagonisti” del settore, nel senso che svolgono la propria attività di ricerca pubblicando su riviste internazionali nel campo dei trasporti e della logistica marittima e intermodale o svolgono in questo campo la loro attività professionale. Infine mi piace sottolineare il fatto che in questo corso di laurea non sono poche le iniziative mirate ad un maggior coinvolgimento del mondo del lavoro nel percorso formativo degli studenti: sono previste infatti uscite sul territorio (ad esempio per visitare terminal marittimi o interporti), viaggi di istruzione di tre giorni a bordo di una nave per vivere il contatto con l’equipaggio e tutte le problematiche legate all’imbarco passeggeri, al controllo e alla sicurezza. Inoltre nel piano di studi è prevista una settimana a Barcellona per seguire un corso internazionale di Short Sea Shipping.
LN – Che sbocchi occupazionali trovano i vostri studenti?
A.S. – Gli sbocchi professionali sono molto ampi, dal momento che i nostri studenti trovano lavoro presso compagnie di navigazione (sia settore merci che passeggeri), presso agenzie marittime, case di spedizione, operatori logistici e portuali, compagnie di assicurazioni marittime e dei trasporti, società di consulenze nel settore della logistica, senza contare l’indotto, ovvero tutte le aziende che sotto diversi profili gravitano attorno al mondo marittimo-portuale, dei trasporti e della logistica che richiedono i nostri studenti. Non sono pochi inoltre gli studenti che, conseguita la laurea magistrale, decidono di svolgere un’esperienza lavorativa all’estero: in questo caso i contatti avvengono prima della partenza e quindi i neo dottori magistrali partono già con un contratto in mano.
LN – Nel mondo anglosassone la formazione specialistica e universitaria in campo marittimo è spesso associata ai più alti livelli formativi sia come qualità che varietà. Come vede perciò il nostro sistema formativo rispetto ad altre realtà? Abbiamo qualcosa da farci invidiare o possiamo nel caso fare di meglio?
A.S. – Indubbiamente la formazione marittima deve essere fortemente specializzata e specializzante. Credo peraltro che l’Università di Genova con questi due corsi di laurea riesca a rispondere molto bene alle esigenze di formazione del settore e non abbia, da un punto di vista della preparazione degli studenti, da invidiare nessun’altra Università. Inoltre, l’Università di Genova ha anche un validissimo corso di laurea in Ingegneria Navale ed un master post laurea in “assicurazioni marittime e dei trasporti”.
LN – Da docente ed esperta del settore, quanta attenzione reputa ci sia nel nostro Paese in riferimento allo shipping e all’industria marittima in generale? Rimane una nicchia o pensa che vi sia un cambiamento nel come mediamente viene valutato il settore in Italia?
A.S. – I miei contatti quotidiani con gli operatori marittimi evidenziano ancora oggi alcuni stati di insoddisfazione, nonostante i passi che il nostro Paese ha intrapreso. Credo che una maggiore comprensione dei bisogni, una coerente individuazione dei percorsi da seguire e una sempre più attenta formazione specialistica possa servire.
LN – Economicamente parlando, si sente di fornirci un suo parere personale sullo stato di salute dell’industria marittima a livello globale? A.S. – Stiamo assistendo già da tempo ad un progressivo affermarsi di fenomeni di globalizzazione che impongono al settore marittimo italiano di interfacciarsi con le esperienze e tendenze derivate da altri Paesi a vocazione marittima. Pur nell’ambito delle criticità che sono riscontrabili a livello internazionale, credo che l’industria marittima italiana abbia le forze per generare risposte positive e traguardare risultati importanti per la nostra economia.
Daniele Motta
Perito e Consulente Navale