Quando si parla di imbarcazioni e soprattutto del valore dell’usato non è difficile imbattersi in fantasiose tabelle e indicatori che dovrebbero indicare (probabilmente con assoluta certezza) il valore medio di un’unità da mettere in compravendita.
Quando si parla di imbarcazioni e soprattutto del valore dell’usato (quindi di estimo navale) non è difficile imbattersi in fantasiose tabelle e indicatori che dovrebbero indicare (probabilmente con assoluta certezza) il valore medio di un’unità da mettere in compravendita.
Molte sono state le testate, anche di una certa “storia”, che nel tempo hanno pubblicato articoli e approfondimenti vari su questa tematica. Tuttavia, l’argomento è molto più complesso ed il fai da te, probabilmente, non è molto indicato, almeno per questa tematica.
Prenderemo ad esempio alcuni elementi di estimo navale (anche usati dai periti) per capire quanti fattori possono influenzare il valore commerciale di una imbarcazione.
“Svalutazione” e “Ringiovanimento”:
Le navi e le barche, al pari di un’automobile o un immobile, possono essere oggetto di un processo di svalutazione dato dal tempo. Questo fenomeno porta ad un graduale, ma non sempre costante, decremento di valore negli anni fino ad arrivare ad una “stabilizzazione” quando si raggiunge il teorico fine vita operativa dell’imbarcazione. Questo parametro, ad esempio, oscilla tra i 20 e i 30 anni per le navi mercantili, mentre, per il diporto, c’è chi lo individua anche verso il 12/13° anno di età.
Tuttavia, il processo di svalutazione, purché fisiologico e costante, può essere contrastato da un coefficiente, detto di ringiovanimento. Infatti, i rinnovi dei certificati di sicurezza, le continue manutenzioni (ordinarie e straordinarie), refitting o upgrade (anche di semplici accessori) possono incidere, come intuibile, sul valore dell’imbarcazione portando ad un virtuale ringiovanimento, rispetto alla reale età dell’unità.
A questi concetti, seppur importanti, se ne aggiungono degli altri.
Tra questi va inclusa la bandiera dell’unità e la tipologia di utilizzo, ovvero diporto puro o commerciale. Per quanto riguarda la bandiera, questa può rappresentare un elemento importante in quanto allo stesso valore dell’unità e in termini di “appetibilità” in caso di vendita. Infatti, avere, ad esempio, una bandiera “esotica” o di scarsa valenza in termini di controlli, certificazioni ecc. può essere visto come un handicap. Al contrario, avere bandiere con ottime reputazioni e con registri seri ed efficienti, può tradursi in un duplice vantaggio, sia per il valore stimabile che per una futura vendita.
In secondo luogo anche il tipo di utilizzo (e relative certificazioni correlate) può essere un fattore da includere in una valutazione tecnico-commerciale. Infatti, valutare le potenzialità economiche di un’unità può essere un ulteriore ausilio da computare e tenere in considerazione nell’estimo navale.
Infine, è da citare naturalmente il metodo comparativo per unità simili o similari, il quale, per ovvii motivi, risulta anche il più semplice (e l’unico) per ottenere, anche senza il supporto di un perito, una stima media della propria unità.
Tale metodo, che naturalmente si può anche includere in una perizia estimativa fatta da un perito, consiste nel ricercare la medesima unità nel mercato delle compravendite navali (siti di brokeraggio, ecc.). In questo caso, sarà necessario calcolare la media dei prezzi alla vendita di quel dato modello di barca, se presente.
Naturalmente, l’uso di questo unico criterio, purché semplice ed immediato, non potrà mai essere considerato esaustivo in quanto non può tenere conto dello stato di uso e manutenzione, bandiera, qualità di eventuali refitting o upgrade, tipo di utilizzo, certificazioni ecc.
Per questi e molti altri motivi, ecco qui spiegato perché non sarà mai esauriente e completo la visione di semplici tabelle di svalutazione, ricorrere esclusivamente ad una comparazione di mercato o, peggio, ad un listino dell’usato tipo “quattroruote”, magari pensando così di sostituire il Perito solo con questi strumenti.